Sebbene siano ancora nelle fasi iniziali, le discussioni tra Universal Music e Google sarebbero in corso. La piattaforma proposta consentirebbe agli appassionati di musica di creare composizioni utilizzando l'intelligenza artificiale, con la garanzia di un compenso per i titolari dei “rilevanti diritti d'autore”.
Universal Music e Google sono in trattative per studiare la fattibilità di uno strumento di creazione musicale basato sull'intelligenza artificiale.
Questo sforzo congiunto mira a contrastare la proliferazione di applicazioni che utilizzano la tecnologia di clonazione vocale di artisti famosi per generare nuove composizioni.
L'etichetta discografica Universal Music, nota per rappresentare artisti di grande nome come Ariana Grande e Taylor Swift, sta valutando la possibilità di concedere in licenza l'uso di elementi come la voce, i testi e i suoni distintivi dei suoi artisti. A differenza degli approcci precedenti, questa iniziativa includerebbe un compenso diretto sia per gli artisti originali che per l’etichetta discografica.
All’inizio di quest’anno, la Universal Music ha reagito quando una canzone con la voce clonata di Drake e The Weeknd, generata dall’intelligenza artificiale, è diventata virale sulle piattaforme musicali. La canzone, intitolata “Heart on My Sleeve”, è stata condivisa per la prima volta su TikTok e ha attirato milioni di visualizzazioni, sollevando dubbi sul copyright e portando alla sua rimozione.
Disaccordo e controversia
L'etichetta ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime disaccordo con l'uso dell'intelligenza artificiale per generare musica dal suo catalogo esistente, citando violazioni degli accordi e violazioni del copyright.
Sebbene siano ancora nelle fasi iniziali, secondo quanto riferito, i colloqui tra Universal Music e Google sono in corso. La piattaforma proposta consentirebbe agli appassionati di musica di creare composizioni utilizzando l’intelligenza artificiale, con la garanzia di un compenso per i detentori dei diritti coinvolti.
Anche Warner Music Group sta valutando un'iniziativa simile in collaborazione con Google, come indicato da Robert Kyncl, CEO di Warner Music Group. Kyncl ha sottolineato l’importanza di consentire agli artisti di utilizzare l’intelligenza artificiale come strumento creativo, garantendo al tempo stesso la protezione delle loro opere.
Inoltre, Google ha già dato un assaggio dei suoi progetti annunciando MusiLM, una tecnologia di intelligenza artificiale generativa progettata per creare musica da descrizioni testuali. Nonostante questi sforzi, le preoccupazioni relative al copyright hanno avuto un ruolo nella riluttanza a rendere pubblici questi strumenti.
L'industria musicale ha visto polemiche legate all'intelligenza artificiale, inclusa la rimozione dei brani generati dalla piattaforma Boomy su Spotify.
Boomy, alimentato dall'intelligenza artificiale, affermava di aver prodotto milioni di registrazioni e una parte significativa della musica mondiale, ma ha dovuto affrontare critiche e rimozioni a causa di problemi di copyright.
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